Riportiamo integralmente l’articolo pubblicato il 5 agosto 2009 da “Positano News” (copiato come al solito dal Mattino) su un argomento che all’epoca fece enorme scalpore. Oggi uno dei truffatori dei sorrentini si erge a pubblico censore dei costumi di persone perbene. Che faccia di bronzo! Chiuditi in casa e non uscire tu e i tui sodali e informaci sulla provenienza del telefonino e del drone che usi per i tuoi vergognosi “report” di cui parleremo a breve. In seguito continueremo a dare informazioni sull’esito del procedimento penale.
“Sorrento – Sono già 2.500 le park card false sequestrate dai vigili presso le rivendite cittadine. L’allarme era scattato l’altro giorno, quando alcuni commercianti hanno segnalato la presenza di grattini che presentavano un’anomalia: avevano tutti lo stesso numero di serie.
I successivi controlli hanno portato al rinvenimento di una considerevole quantità di park card contraffatte, ma anche di numerosi blocchetti di matrici della stessa serie che ormai erano stati venduti. La contraffazione si evince dal fatto che i tagliandi stampati, oltre a presentare tutti lo stesso numero di serie, sono stati realizzati sul modello di quelli in uso nel 2008 ma con la sigla identificante l’anno riferita al 2009.
Nel mirino degli agenti della polizia municipale sono finiti i responsabili della cooperativa che ha in appalto la distribuzione dei grattini alle rivendite autorizzate.
Nel frattempo si cerca anche la tipografia che ha stampato i ticket contraffatti. La truffa, perché di questo si tratta, vede come parte lesa il Comune di Sorrento che con l’immissione in commercio delle park card false ha visto ridursi le proprie entrate.
A Sorrento i grattini sono tutti da un euro e sono validi per un’ora di sosta.
Il 65 per cento del costo va al Comune, mentre il 35 rimane alla cooperativa distributrice che deve assicurare anche la commissione ai rivenditori pari a 10 centesimi a card.
I grattini contraffatti, invece, consentono ai distributori di incassare il 90 per cento del loro valore. Ieri il comandante dei caschi bianchi, Antonio Marcia, ha inviato una relazione alla procura per denunciare il caso. (m.d’e. il Mattino)
inserito da A. Cinque